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coscienza di quella che avevo due o tre anni fa. Era destinato ch’io dovessi finire male, e non me ne lamento. Qualcuno potrà dire che s’era sbagliato ad avermi stima; e io gli rispondo che ora faccio a meno di qualunque stima. Sono io, proprio io, che gli toglierei qualunque illusione. Nessuno può pretendere da me che io non sia come Dio mi ha messo al mondo. Non ho mai recato, volontariamente, male a nessuno. Ho fatto le firme false, solo perchè la mia firma vera non avrebbe contato nulla.

Niccolò, per approvare, fece una specie di grugnito; e disse un’imprecazione con una parola oscena. Ma Giulio si sentiva come morire, desiderando lo stesso di sacrificarsi senza chiedere un limite.

— Nessuno, se sapesse ch’io sono un falsario, mi darebbe la mano. Non me ne importa più!

Gli mancava anche il respiro, e dovette riposarsi. Niccolò gli disse:

— Io solo, che t’ho sentito parlare così, e ti sono fratello, posso apprezzarti.