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— Ormai nella vostra bottega non ci si viene più volentieri! Rizzate sempre qualche chiassata che disturba. Dite quel che avete e non vi adirate l’uno con l’altro.
Il Nisard non se ne andava per non essere maleducato con Giulio. Egli sentiva che aveva ragione lui; ed era irritato d’Enrico; ma non se ne fece accorgere.
Enrico ricominciò, volgendosi a Giulio:
— Perchè non dici chiaramente qual’è la ragione della mia arrabbiatura? Se lo dici, a me, ormai non importa più nulla.
— Vuoi dare a me la colpa di tutto?
Enrico non s’arrischiò a rispondere. Ma Giulio proseguì:
— La prendo io! Tu che ne pensi, Niccolò? Voglio conoscere anche il tuo sentimento.
Niccolò si storse tutto; e, raccattando il sigaro acceso che gli era caduto di bocca, disse al fratello:
— Io vorrei soffrire come te. Mi pare giusto! Ma tutti non si può soffrire. Uno, soffrendo, piange; e io, invece, rido.