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Enrico non entrò in bottega e si appoggiò, invece, al muro; vicino alla porta. Era deciso a dire le sue ragioni; quantunque, pensandoci meglio, dentro di sè non ne trovasse nè meno una. In fondo, riconosceva che aveva forse torto, e che non doveva lagnarsi di niente. E, scontento di sentirsi solo, entrò in bottega; dove doveva esserci il Nisard e anche il Corsali. Egli sapeva che quei due erano piuttosto amici dei suoi fratelli; ma gli era venuto voglia di farseli amici anche lui. E, siccome c’erano appunto tutti e due, cercò di dire subito qualche cosa che attirasse la loro attenzione.
Quand’egli voleva mostrarsi affabile, dava ragione a qualunque cosa che uno dicesse; e, sentendo che il Nisard sosteneva che il Pinturicchio gli piaceva meno del Perugino, egli disse:
— Io sono del suo parere! Bravo! Ci voleva proprio un forestiero a dire la verità.
Ma Niccolò, per deriderlo, gli gridò:
— Tu di che t’intendi?