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— Ma Niccolò è tanto allegro! Lo giudico anche simpatico!

— Quando pare a lui! Ma non mica con me! Le giuro che non mi può vedere! Giulio, poi, è un testardo e basta. Non dice mai niente di quello che fa, e pretende che io ne sia contento. Se non ci fosse lui in mezzo, forse con Niccolò mi potrei affiatare. Ci sono io che penso a tutto. La spesa la faccio io, per il mangiare dò l’ordine io.... Io, lo so, ho finito con il sacrificarmi e con il doventare ingiusto anche verso me stesso! È la mia disgrazia. Avrei dovuto prendere moglie, e stare per conto mio. Vedrà che, un giorno, dovranno chiudere la libreria e anche la legatoria. Anzi, bisogna che vada a farmi vedere; se no, montano in bestia tutti e due.

Ma il padrone della bettola stava, ora, attento a tre che bestemmiavano per un litro di vino; perchè s’erano scordati di portarglielo, e non lo salutò nè meno; quantunque si fosse affissato di gusto ad ascoltare quel grumolo di bestemmie.