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grafia, e n’ebbe in seguito un valido appoggio. Nello stesso tempo prese alcuni allievi per iniziarli alla stampa delle tavole.

Fin ora il lettore ha veduto Senefelder e soci, ricavare più spine che fiori dalla fatta scoperta, ed era stato mestieri di tutta la tenacità e la previsione del genio di Luigi onde perseverare in mezzo ad incessanti ostacòli e controversie d’ogni genere.

Nella fatta associazione con Falter, Gleissner non toccava che un onorario di 300 fiorini, di cui un terzo era impiegato nell’ammortizzazione dei debiti contratti per costruzione dei nuovi torchi. I benefizi di Senefelder non erano guari più considerevoli, avendo dovuto consacrare la metà del suo tempo in saggi, prove e riprove. Un sì meschino guadagno non poteva bastare all’inventore e alla famiglia Gleissner -, e dopo aver venduto tutti i mobili della più. lecita superfluità, fu loro forza di contrarre nuovi debiti. In quest’angustia, Gleissner non fece mai la minima rimostranza all’amico, e sopportò con nobile contegno i duri sacrifizi che dovette imporsi. Ma dal punto in cui Senefelder raggiunse i risultati a cui abbiamo accennato, i suoi metodi essendo più sicuri e meno costosi, la sua posizione e quella degli amici voltò faccia totalmente. Il suo piccolo stabilimento cominciò a prosperare e gli diede qualche benefizio. Nel 1799, ottenne, per tutta la Baviera, il diritto di privilegio dell’arte sua per quindici anni. Questa proprietà esigeva che colui il quale avesse voluto esercitare illegalmente la litografia, fosse condannato all’ammenda di 100 ducati, oltre la confiscazione delle opere e degli attrezzi che le avevano prodotte.

Il sig. André, editore di musica a Offenbach, trovandosi a Monaco per ragione d’affari, visitò lo stabilimento di Senefelder. Mezzi che accoppiavano tanto pregio a tanta semplicità lo meravigliarono talmente, che concepì la risoluzione di studiarli e di praticarli. Propose a Luigi 2000 fiorini se voleva mostrarglieli e rendersi qualche mese a Offenbach per fondarvi una stamperia litografica. Luigi accettò con gioia una proposizione, a cui i più bei sogni non avrebbero mai osato innalzarsi.

Tre mesi dopo Senefelder era a Offenbach e montava uno stabilimento, i cui successi sorpassarono talmente le previsioni e le speranze dell’André, che questi volle praticare in grande un’arte che pareva condurlo alla fortuna. In quest’idea propose a Senefelder d’associarlo lui e tre fratelli che aveva, per fondare cinque stabilimenti, in diverse capitali d’Europa. I tre fratelli d’André dirigerebbero quelli di Berlino, di Parigi e di Londra, Senefelder si metterebbe a capo di quello di Vienna, mentre ch’egli (André) avrebbe conservato il suo di Offenbach. In iscambio di partecipazione a sì vasta intrapresa, offrivasi a Luigi il quinto del benefizio totale. Questa proposizione