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mondo, e ch’è per lui un sì bel titolo di gloria agli occhi della riconoscente posterità.
Si è già fatto osservare che la Provvidenza pareva aver guidato Senefelder a Monaco, per metterlo in contatto alle carriere di Solenhofen, che dovevano procurargli l’elemento materiale il più necessario alla sua scoperta. Le pietre che vi si trovano, sono, come s’è detto, proprie a produrre rilievi, mediante l’azione combinata d’un acido. Esse non erano meno atte a prestarsi ai nuovi saggi di Luigi, potendo formare colla gomma e colle materie grasse un composto chimico tale da renderle esclusivamente adatte alla stampa. Se invece delle pietre di Solenhofen, Luigi ne avesse trovate altre di natura diversa, queste non partecipando delle proprietà di quelle, non si sarebbero prestate nè alla confezione dei rilievi, nè a quella dei chimici preparati, e l’arte che fa il soggetto di questo libro sarebbe ancora una necessità sociale.
Fu nello stesso tempo, e in seguito a questa prova capitale, che Senefelder inventò l’incisione su pietra, tale come s’adopra ancora oggigiorno. Un titolo di musica fu il primo saggio stampato su pietra incisa.
Nel mentre che faceva queste importanti scoperte, Luigi sentì il bisogno d’un nuovo torchio, più adatto al nuovo genere d’impressione, che quello di cui s’era sin’allora servito. All’epoca de’ suoi primi saggi, aveva talvolta tirato delle prove ponendo sulla pietra un foglio di carta sottoposto a qualche foglio di scarto (maculature), sui quali fregava in tutti i sensi con un brunitoio di legno. Questo mezzo essendogli ritornato alla mente fece costrurre un telaio di legno che abbassava sulla pietra ad ogni prova di stampa, e poscia fregava sulla tela, come abbiamo già detto sopra, con un brunitoio di legno. Le prove riuscirono a meraviglia. Allora diede ordine di costrurre due telai, e mentre disegnava le pietre, ben sei operai furono occupati a questo genere di lavoro. Ma presto costoro non poterono continuare, e ci vollero tre risme di carta per ottenere trentatre prove senza difetti. Tuttavolta quest’esperimento non fu perduto e condusse Senefelder alla scoperta del rastiatoio. Il suo fertile ingegno gli suggeri tosto l’idea del torchio a montante spezzato, che alcuni litografi chiamano in francese Presse-Gibet (Galgen-Presse), a cagione della sua forma elevata 1. Ne riescì una tiratura più pronta e più pura, quale non aveva ancor ottenuta fino allora.
Questi diversi perfezionamenti permettendo a Luigi di pubblicare un più gran numero d’opere, e le ordinazioni facendosi frequenti, chiamò presso di sè i suoi due fratelli Giorgio e Teobaldo, li esercitò nel disegno e nella calli-
- ↑ Si comprenderà per quali riguardi io abbia tradotto con titolo più acconcio questo vocabolo di sopranome. C. D.