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portanza del sacrifizio che gli conviene di fare. Per qualche anno le esigenze militari lo forzeranno ad interrompere le sue ricerche, ma quando sarà libero, avrà i duecento fiorini di cui abbisogna per utilizzare e perfezionare la sua invenzione. Ad onta del sacrifizio le sue speranze andranno però ancora fallite. La legge Bàvara non ammettendo nell’esercito che soldati nazionali, Luigi nato a Praga, città della Boemia, doveva essere escluso. Si giudichi della sua delusione! Ma un animo della sua tempra non si lascia però abbattere in tal modo. Persuaso che la nuova invenzione è applicabile di preferenza alla stampa musicale, s’indirizza al sig. Gleissner, compositore, e gli propone di stampare qualcuna delle sue cantate. È accettata la proposizione, e il signor Gleissner acconsente a fargli le meschine anticipazioni necessarie ad organizzare la nuova stamperia. Senefelder possedeva già una macchina da calcografo, grossolanamente costrutta, che gli aveva costato sei fiorini. Coi fondi datigli da Gleissner si procurò qualche pietra e della carta. Poscia si mise al lavoro, e stampò dodici canzoni, composte dal suo protettore. Ne tirò centoventi esemplari in 15 giorni, e li vendette cento fiorini. Il materiale non ne aveva costato che trenta.

Ecco dunque Senefelder possessore di 70 fiorini, dovuti al primo saggio della sua invenzione; egli non s’era mai trovato così ricco. Questo primo successo infiamma le sue speranze, ne raddoppia il coraggio, e gli pare che ormai non avrà più ostacoli da vincere. È nel 1796 che fu eseguita la prima impressione dalla pietra. Questa data merita d’esser registrata nei fasti dell’Arte Litografica, imperocchè vedremo Senefelder perfezionare la sua scoperta fin quando arriverà alla Litografia propriamente detta.

Un nuovo avvenimento accadde nello stesso tempo a corroborare le speranze di Luigi. Gleissner avendo mostrato all’Elettore di Baviera, Carlo Teodoro, un esemplare dell’opera di Senefelder, ne ricevette un dono di 100 fiorini, che vennero aggiungersi ai suoi guadagni. Ci duole dopo questa munificenza di richiamare alla mente la parsimonia almeno singolare, che mise il Corpo Scientifico di Monaco nel ricompensare un’invenzione di tanto momento per le scienze e le arti. Senefelder aveva presentato all’Accademia delle Scienze di Baviera un esemplare delle canzoni, accompagnato da una memoria, nella quale sviluppava i vantaggi della sua scoperta, e in prova della semplicità del ritrovato, terminava dicendo che l’opera era stata divulgata con un torchio da sei fiorini. Pare che quest’ultima ragione abbia deciso i signori Amministratori; e nella loro prodigalità inviarono dodici fiorini all’inventore, non dubitando che avendone egli spesi solamente sei per l’acquisto della macchina, sarebbe stato abbastanza incoraggiato ricevendone il doppio. S’argomenta di leggeri l’impressione che dovette fare all’autore un tal