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La Litografia non sarebbe ancora inventata, e non esisterebbe nessuna delle meraviglie che produsse.

Quante volte, nella creazione delle arti non si vide un uomo coraggioso lottare con tutta l’energia dell’animo contro la miseria che l’inspira e che lo ferma alternativamente, stimolando il suo genio e privandolo dei mezzi materiali necessari all’esecuzione dei suoi audaci progetti! Quanti uomini forse, rimasero sconosciuti, perchè il tempo e qualche scudo loro mancarono per mettere in luce le vaste creazioni d’un soprano intelletto! Bernardo di Palissy, questo illustre portinaio, che seppe farsi,un nome celebre per la vastità e la varietà delle sue conoscenze, oltre le sue inimitabili porcellane, proseguiva alacremente un lavoro sugli smalti, che divenne il suo primo titolo di gloria. La miseria in cui versava era tale, che non trovando più a credito la legna necessaria per l’alimentazione dei suoi fornelli, lo si vide bruciare i suoi mobili e fino il suo letto. Aveva previsto nell’alta sua sagacia, che quest’ultimo suo sacrifizio era necessario alla riuscita dei suoi progetti, e il suo testardo coraggio non poteva retrocedere dinanzi a queste privazioni. Le sue speranze furono realizzate, e la Francia potè inorgoglirsi d’un grand’uomo di più. Ma se Bernardo di Palissy fosse morto la vigilia dell’ultima cottura sperimentale, che cosa sarebbe stato pei suoi, se non se un maniaco fanatico, operante sotto l’impulso d’una delirante immaginazione? A che tengono talora il genio e la riputazione d’un uomo!

Vedremo fra breve Luigi lottare collo stesso coraggio contro i numerosi ostacoli che la miseria oppone a’ suoi disegni. Quanto dirò della vita avventurosa di quest’uomo, è in parte estratto dalla sua Arie Litografica pubblicata nel 1818. Aggiungerovvi le note diverse che potei procurarmi altronde e che mi sembrano presentare un carattere sufficiente di verità.

Luigi Senefelder nacque a Praga nel 1772. Suo padre, Pier-Francesco Senefelder, nato a Koenigshofen, essendo diventato attore di Corte a Monaco, vi condusse la famiglia, come se la Provvidenza avesse voluto avvicinare Luigi alle carriere di Solenhofen, le cui pietre sì comuni in questa città, erano indispensabili alla sua immortale scoperta. Il giovane Luigi fu mandato al ginnasio, dove si distinse in tutti i corsi-, e siccome ne usciva a 16 anni colle più liete speranze, invogliò il padre di mandarlo all’università d’Ingolstadt per istudiarvi il Diritto. Ivi stette tre anni. Ritornato in famiglia, Luigi che si sentiva poco inclinato per la pratica delle leggi, si provò nell’arte drammatica. Il successo d’un primo lavoro dato alle scene col titolo / conoscitori delle ragae, l’incuorò a slanciarsi in questa carriera-, anzi quando perdette il padre (nel 1791) prese il partito di farsi attore, pensando che il titolo di scrittore drammatico, gli creerebbe la più comoda esistenza. Non ricevuto al teatro

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