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54 | Arte italica. |
nelle terramare e frequenti invece nelle tombe di Villanova. In questa industria degli oggetti della necropoli albana possiamo distinguere due sezioni, l’una coi caratteri arcaici, al Nord, l’altra, verso Sud, coi caratteri di una tecnica più sviluppata. Questo sviluppo maggiore è dovuto ad influenze straniere, e forse anche è rappresentato da oggetti d’importazione straniera; la quale deve spiegare anche il fatto della superiorità della metallotecnica nella parte settentrionale della necropoli laziale, in contrasto con la bassa condizione dell’industria ceramica. Secondo il ch. Helbig, questa necropoli, nella sua sezione arcaica, è monumento primitivo del ramo latino della razza indo-europea; in essa le industrie latine sono limitate ancóra all’eredità ariana, non per anco tocche da influenze trasmarine; insomma sono le tombe dei prisci Latini1.
Le affinità degli oggetti in queste raccolti con quelli di stazioni padane sarebbero quindi originarie di un medesimo ramo della stirpe aria, cioè degli Italioti od Umbri-Latini, secondo il Conestabile2.
Se neanche le necropoli albane presentano opere d’arte, posseggono però degli oggetti così caratteristici per lo studio dell’etnografia e della civiltà italica che non si possono passare sotto silenzio. — Così dicasi di certi fittili foggiati a capanna, che, avendo servito come ossuari, dalla loro forma e dall’uso prendono nome di urne-capanne
- ↑ Ved. Helbig, Boll. Ist. Corr. Arch., 1875, pag. 14 e 15.
- ↑ Compte rendu du Congrès de Bologne, 1871, pag. 195, 445 e segg.; cfr. Michele De Rossi, Boll. Ist. Corr. Archeol., 1867, pag. 5; 1868, pag. 116; 1871, pag. 247; cfr. Annali Ist. Corr. Arch., 1876, pag. 324.