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28 | Arte italica. |
III. — La civiltà e l’arte a Felsina.
Maggiori elementi per formarci un concetto almeno approssimativo dell’arte prisca italica ci offrono le necropoli dell’Italia Centrale, che, per essersi rinvenute nella regione occupata dagli Umbri e dove sorgeva Felsina, si conoscono comunemente col nome di necropoli umbro-felsinee. In queste, oltre alcuni monumenti importanti per la loro rarità, abbiamo una suppellettile funebre così numerosa, che possiamo indurne delle considerazioni sul grado dei progressi dell’arte presso quei nostri prischi antenati. Traccie sicure e non iscarse reliquie degli Umbri si raccolsero da poco più di un decennio, specialmente in Bologna e nel suo dintorno.
Venuti per la via delle Alpi, gli Umbri, o a dir meglio gli Itali o gli Italioti (che si distinsero oltre Appennino nei due grandi rami di Latini ed Umbri, con questi i Marsi, Sabelli, Sanniti ecc.) vinti i Liguri, si stabilirono nella valle del Po, e fecero sede di loro dominazione Felsina. Ivi, procedendo nello svolgimento di quei principi d’industria a cui già erano giunte le famiglie arie, cioè la lavorazione dell’argilla e del bronzo, e l’arte del tessere, specialmente nei sacri riti sepolcrali, fecero dello stanziamento di Felsina, luogo della moderna Bologna, centro di lavoro e di commercio. Ivi furono trovate traccie di abitazioni umbre, che si argomenta fossero non più che rozze capanne isolate, o aggregate a gruppi di tre o di quattro, fatte di rami, di frasche e intonacate di argilla. Un monumento che ha carattere d’arte, e che ascrivesi all’età degli Umbri, è un blocco di calcare, scolpito sulle due faccie con figure di