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Plastica. 297

di sviluppare la rappresentazione in grandi masse di figure, gli artisti greci amarono di dividere la composizione in singoli gruppi, con un carattere plastico più vero. Gli artisti romani invece si attennero piuttosto ad una forma pittorica di composizione estesa e continuata.

Fra i monumenti di scultura storica si devono citare per primi i bassirilievi dell’arco di Tito: constano di uno stretto fregio che corre al di sotto dell’attico, con la rappresentazione della pompa trionfale, e di tre grandi quadri nei lati interni e al sommo della volta dell’arco, rappresentanti altre scene del trionfo, e l’apoteosi dell’imperatore (ved. Atl. cit., tav. LXVIII). Nel fregio sono scolpiti i tori ornati di infulae, condotti dai vittimarî; i sacerdoti e i ministri del sacrifizio con vasi ed utensili; cittadini con insegne militari; soldati, che sopra una barella portano la statua personificante il Fiume Giordano, emblema della vinta regione. L’invenzione e la composizione del soggetto mancano di spirito e di vivacità; le figure si seguono allineate, senza vita: più d’ogni discorso, a intendere la differenza dell’arte greca dall’arte romana, basterebbe mettere a raffronto i disegni del fregio dell’arco di Tito con quelli del fregio del Partenone.

Di maggior pregio artistico per concetto e per esecuzione sono i quadri di rilievo nell’interno dell’arco, dove, nella rappresentazione del carro trionfale dell’imperatore da una parte, e delle spoglie giudaiche portate dai soldati dall’altra, vediamo una viva e vigorosa animazione, una bella varietà di mosse e di atteggiamenti; quantunque per il

    pag. 136 e segg., con la bibliografia a pag. 137-138. Cfr. M. Collignon, Histoire de la sculpture grecque. Parigi, Didot, 1897, II vol. pag. 215 e segg.