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Plastica. | 291 |
in Roma e che durò dai tempi più antichi della Repubblica fino al decadere dell’impero fu l’arte del ritratto, nella quale davvero i Romani furono maestri1.
Rispondeva infatti il ritratto alla loro indole pratica e bramosa di gloria, e favoriva l’esaltazione storica delle imprese illustri degli imperatores della Repubblica e dell’Impero. Anche nei busti di uomini pubblici e privati s’ammira pienezza di vita e corrispondenza d’espressione fra il volto e il carattere morale. L’uso di porre imagini ad uomini insigni, ed anche a semplici privati cittadini, era in Roma assai diffuso, come s’è veduto, dai tempi più antichi, tanto che i censori dovettero alcune volte proibirle. Se nel tempo in cui era in vigore lo spirito repubblicano potè aver qualche freno la costumanza d’onorare di pubbliche imagini i cittadini, questa s’accrebbe invece col declinare degli usi antichi, quando l’imagine di Cesare, ancor vivente, fu impressa sulle monete, quando gli stessi suoi uccisori seguirono quell’esempio, e quando infine ai liberi ordinamenti succedettero la servitù e l’adulazione.
Allora si moltiplicarono le imagini erette in pubblico a persone appartenenti alla famiglia imperiale; ma dei tempi della Repubblica pochi sono i ritratti in forma di busto, o in forma di statua, a noi conservati; e per quelli che rappresentano persone dei tempi più antichi, se derivano da un tipo preso sul vero, forse però sono opere di tempi posteriori, poste
- ↑ Ved. Bernouilli, Römische Ikonographie, nell’Indice bibl. e in altri autori, p. es. in Camillo Serafini, L’arte nei ritratti della moneta romana repubblicana in Bull. Comm. arch. com. di Roma 1897, pag. 3 e segg, tav. I. Pei confronti con lo stile dei ritratti greci, cfr. R. Foerster, Das Porträt in der griech. Plastik. Kiel 1882.