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258 Arte romana.

gini Vestali. Sopra il podio elevavansi tre sezioni di gradinate (moeniana) con scale che, convergendo dalla periferia verso il centro, tagliavano le gradinate a cunei. Le sezioni delle gradinate, o moeniana, erano distinte da larghi pianerottoli (praecinctiones) con muri di cinta (baltei), in cui erano aperte porte o sbocchi (vomitoria), che dagli androni interni mettevano alle gradinate. In alto, sopra l’ultima sezione di gradini (summum moenianum), correva tutto in giro un porticato destinato alle donne della plebe. Sopra il porticato elevavansi le antenne, a cui erano tese le corde per distendere l’immenso velarium, ombreggiante tutta la vastissima cavea. All’esterno nell’ultimo piano del Colosseo, vedonsi ancora le mensole di sostegno delle antenne. Tutta la parte d’edifizio compresa fra la linea obliqua delle gradinate e la verticale del muro esterno di cinta era occupata da scale, corridoi, passaggi per cui gli spettatori, muniti delle tesserae segnanti il posto di ciascuno, accedevano ai vomitoria, e di qui ai loro seggi. Questa è l’ossatura dell’anfiteatro Flavio, a cui l’immaginazione dovrebbe aggiungere la sontuosa decorazione; i muri divisorî dei moeniana, e specialmente quello più degli altri elevato fra il secondo e il terzo moenianum, erano riccamente ornati di preziosi marmi e di scolture; di fregi e di varie sculture erano ornate anche le balaustre dei vomitoria (ved. Atl. cit., tav. XLVI e tav. XLVII).

b. Storia delle vicende del Colosseo. — Terminato e inaugurato da Tito, dicesi con spettacoli, nei quali si videro 5000 belve feroci, l’Anfiteatro Flavio ebbe nuove cure da Domiziano; di alcuni danni sofferti lo restorò Antonino Pio. Sotto Macrino s’incendiò nella parte superiore, dove nel summum moenianum e nel portico le gradinate erano di