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Architettura. 231

di marmo, e distinguevasi in tre piani con rivestiture di marmi, di mosaici, e di metalli; fra le colonne erano a più centinaja le statue. Tanta magnificenza e ricchezza per un edifizio di breve destinazione pare appena credibile. Plinio1 narra cosa di non minore meraviglia parlando del teatro di C. Curione, eretto nell’anno 50 av. C., cioè quando già si aveva uno stabile teatro di pietra, edificato da Pompeo Magno2. C. Curione, celebrando i funerali del padre suo, fece costruire due grandissimi teatri di legno, l’uno accanto all’altro, e così fatti che ciascuno era sospeso e mantenuto in bilico mediante perni mobili. Alla mattina davansi in quei due teatri rappresentazioni sceniche. Poi improvvisamente eran fatti girare, così che l’uno venisse a trovarsi rimpetto all’altro, e, tolti i tramezzi e le tavole onde componevansi le pareti delle due scene e fatte combaciare le estremità delle file di sedili, risultava un doppio teatro, o anfiteatro, dove davansi spettacoli gladiatori. Di qui appunto credono venisse l’idea dell’amphiteatrum, edifizio proprio dei Romani, come loro proprî furono i combattimenti di gladiatori e di belve.

Il primo teatro stabile fu eretto da Pompeo Magno, e inaugurato nel secondo suo consolato, (55 av. C.), non senza contrasto e biasimo di coloro che giudicavano questa opera contraria al costume patrio: cosicchè egli credette prudente di proteggerlo dandogli un carattere religioso con l’edificare nella parte superiore del teatro un tem-

  1. Ved. Plinio, N. H., XXXVI, 2; cfr. Guhl-Koner e Giussani, La vita dei Romani. Torino, Loescher, 1891; Borsari, Topografia di Roma, Milano. Hoepli, 1897, pag. 165, 271 e segg.; Friedländer, Sittengeschichte Roms, II, pag. 322 e segg. della 5a ediz. (1881).
  2. Ved. Plinio, N. H., XXXVI, 24.