Pagina:Trattato di archeologia (Gentile).djvu/281


Plastica. 223

della gens Plotia avrebbe lavorato in Roma e vi sarebbe divenuto celebre1.

Altro nome d’artista latino è quello di Caius Ovius della tribù Ufentina, aggiunto ad un piccolo busto di Medusa in bronzo di alto rilievo, con l’inscrizione C. Ovius Oufentina fecit. La forma delle lettere accenna ad un alfabeto proprio di città meridionali, delle quali molte spettavano alla tribù Ufentina, che sembra essersi costituita nell’anno 317 av. C. Forse l’autore è di questa regione prossima alla Magna Grecia, e quindi più aperta alla greca influenza, manifesta in questo lavoro.

Un Caius Pomponius della tribù Quirina è autore d’una statuetta di bronzo, cui si diede nome di Giove, raffigurante un giovine imberbe col petto ignudo; e un mantello sul dorso; l’iscrizione dice C. Pomponi Quiri(na) opus, e dai caratteri paleografici si giudica dell’età intorno alla seconda guerra punica. Non mostra però questa statuetta tracce d’influenza greca, ma è di stile prettamente italico, o forse etrusco, se si giudica anche dalla sua provenienza da Orvieto.

Di artisti latini antichi non si hanno altri nomi, se non forse quello di un C. Rupius, nome inscritto sopra una statua di terra cotta, raffigurante giovane uomo (Ercole?) seduto, coperto d’una pelle di leone. Lo stile ha molto del carattere etrusco, ma è già libero e sciolto.

  1. Le tombe prenestine sono abbondanti di ciste e d’oggetti d’ornamento muliebre. Fra le varie ciste una per la rappresentazione sua singolarmente importante è quella in cui pare raffigurata l’unione di Enea con Lavinia, onde sarebbe indicata la piena e diffusa esistenza della leggenda già nel VI secolo di Roma. Degli oggetti di toletta muliebre contenuti nelle ciste molti sono orientali, cioè vasetti d’alabastro, smalti, oreficerie, e provano le relazioni commerciali che fra il Lazio e i paesi transmarini erano mantenute da mercanti fenicî.