Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
218 | Arte romana. |
4. I teatri e i circhi. — Gli spettacoli pubblici non erano limitati alle corse dei cavalli e dei cocchi od alle lotte atletiche, che già dal tempo dei re erano state introdotte dall’Etruria e celebrate nei Circhi; e gli spettacoli teatrali non si riducevano a rozze rappresentazioni teatrali e a danze mimiche, etrusche o italiche, ma in Roma era sorta una letteratura drammatica d’imitazione greca1.
E come di derivazione greca è il drama, così greca fu anche la forma dei teatri (ved. tav. 48). La costruzione di un teatro stabile in Roma data però solo dai tempi di Pompeo; nei tempi anteriori non si avevano se non temporanee costruzioni destinate a formare scena alla rappresentazione, mentre la folla degli spettatori intorno raccoglievasi in piedi. Fu nell’anno 154 a. C. che i censori Valerio Messala e Cassio fecero erigere un teatro stabile (theatrum perpetuum) con vari ordini di sedili; parve cosa dannosa al severo costume antico, e i sedili furono tolti e proibiti. Ma più tardi, dopo la presa di Corinto, introdotti drami greci con greci attori, s’imitarono le forme del teatro greco, costruendo scene e impalcati con sedili per gli spettatori; costruzioni posticcie e disfatte dopo la rappresentazione delle feste (ved. Atl. cit. di Arte romana, tav. XL-XLI).
5. I monumenti sepolcrali. — Scarse sono le reliquie di questi monumenti dell’antico periodo repubblicano; uno dei più insigni dove si vedono applicati gli elementi greci ma con mescolanze etrusche, è il Sepolcro degli Scipioni, importante così nella storia dell’arte come in quella della lingua latina per le sue epigrafi arcaiche. Un monumento sepolcrale della famiglia degli Scipioni, ramo della gens