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Architettura. 209

intimamente connesso con l’ossatura dell’edifizio, unito e sorretto da forti pilastri o da robuste murature, la colonna perdeva il suo ufficio di fulcro e prendeva selo carattere esterno ornamentale (ved. Atl. cit. tav. XXXVI, e la nostra tav. 46).

Cessarono quindi gli ordini greci d’avere nel corpo dell’edifizio la loro ragione logica, cioè d’essere struttura ed ornamento insieme, per convertirsi in semplice decorazione, e si adattarono con esterna apparenza all’ossatura della fabbrica. Gli ordini di stile poi in un medesimo edifìcio vennero accoppiati e sovrapposti a più piani, facendo più serie di colonne con trabeazione, specialmente ad ornamento esterno di teatri e d’altri edifizi di pubblico spettacolo.

4. Monumenti funerarî e di pubblica utilità in Roma. — Monumento di carattere etrusco in suolo latino oggi ancòra esistente è quello volgarmente designato col nome di tomba degli Orazî, o, secondo altri, tomba di Arunte figlio di Porsenna, e che, senza essere di tanta antichità quanto la leggenda vorrebbe, è tuttavia probabilmente del tempo della Repubblica. Consiste di un basamento di forma cubica di belle pietre squadrate di peperino, su cui si elevavano cinque coni, uno per ciascun angolo ed uno centrale di maggiori proporzioni; due coni sussistono ancora; gli altri sono diroccati. L’interno è una camera sepolcrale. Questo monumento nelle sue linee generali ricorda la descrizione della tomba di Porsenna1.

Se ora passiamo dalla considerazione dei monumenti sepolcrali a quella degli edifici di pubblica utilità, osserviamo che, nell’ultimo tempo della mo-

  1. Ved. per la tomba di Porsenna, Guhl-Koner-Giussani, op. cit. II, pag. 116.