Pagina:Trattato di archeologia (Gentile).djvu/184

134 Arte etrusca.


Tali importazioni di prodotti dell’industria orientale ebbero influenza sull’arte etrusca, ed anche sull’arte italica in generale, per certe forme, certi elementi ornamentali, non già per lo stile nell’intima sua essenza. Non diremo adunque che lo stile arcaico etrusco sia effetto d’imitazione egizia; esso è un prodotto naturale del momento e della condizione dell’arte. «L’infanzia dell’arte è la medesima in ogni nazione, dice il Lanzi1, come in ogni nazione i bambini sono gli stessi».

Si aggiunga poi che lo stile rigido e duro dell’arcaismo ha un che di propriamente consentaneo alla disposizione artistica etrusca, tanto che esso, temperato da uno studio più attento della natura e da un maggiore sviluppo della tecnica, forma il carattere di quello stile toscanico, nel quale gli antichi scrittori trovavano analogia con l’arcaico greco, non pure dei tempi più antichi (come sarebbe lo stile dell’Apollo di Tenea), ma anche con quello più sviluppato della scuola eginetica di Callon, le cui opere a Quintiliano parevano duriora et Tuscanicis proxima2.

Nei monumenti dell’arte etrusca noi vediamo in prima un arcaismo che è naturale condizione dell’arte infantile, con mescolanza di elementi di carattere orientale. Da questo arcaismo si svolge un’arte migliore, ma pur ancòra di stile arcaistico, nel quale pare che gli Etruschi per naturale condizione d’ingegno restassero limitati. Come dall’Apollo di Tenea o dalle metope di Selinunte nell’arte greca si passa ai marmi egineti, così in Etruria da

  1. Ved. L. Lanzi, Saggio dello stile di scultori antichi, p. 18.
  2. Quintilianus, XII, 10; cfr. Overbeck, Die antiken Schriftquellen zur Geschichte der bild. Künste bei den Griechen. Lipsia, Engelmann, 1888, pag. 78-79.