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La religione dei defunti etruschi. | 125 |
riale, in gran parte di terracotte, gli edifizî non avessero sufficiente saldezza da resistere al tempo, onde in parte si spiega come manchi reliquia di monumento sopra suolo, da cui possiamo riconoscere le forme architettoniche etrusche (ved. Atl. cit., tav. XVII). Solo pochi resti di base, qualche frammento di capitelli si trovarono a Vulci. Colonne di carattere dorico si riconoscono in alcune tombe di Bomarzo; tombe con facciata a modo di tempio restano a Vulci e a Sovana; facciata di tomba con accenni a colonne, a trabeazione con ispartimenti di diglifi, con frontone ed acroteri vedesi a Norchia. E non mancano nelle edicole sepolcrali o nei sarcofaghi, forme di capitelli che ricordano l’ordine ionico ed il corinzio, con teste umane inserte tra il fogliame. Da alcuni avanzi di edifizî già ricordati parlando di Marzabotto, appare che le parti architettoniche s’abbellissero anche con la colorazione, e s’avesse quindi un’architettura policroma (cfr. pag. 149 e segg.).
Di edifizî etruschi quali curie, ippodromi, teatri, ecc., mancano le notizie letterarie, e poco significanti sono le scarsissime ruine; avanzi d’un anfiteatro si hanno a Sutri, e di un teatro a Fiesole e ad Adria, se pur queste non siano opere di tempo romano.
7. La religione dei defunti presso i popoli Etruschi. — Se perdute sono le storie del popolo etrusco, e distrutti gli edifizî che sopra il suolo essi avevano inalzato, le memorie sue si sono rifugiate, e in qualche parte salvate, nelle tombe. Fra le genti italiche assai religiose, religiosissima fu l’etrusca, che Livio disse dedita religionibus, e Arnobio genetrix et mater superstitionis. Nella religione etrusca la cura di onorare i trapassati di funerali, di tombe e d’amoroso culto