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90 | Arte italica. |
propriamente storica; onde è in questi punti che il nesso fra l’età preistorica e la storica classica può essere cercato e studiato. Nè a questo punto s’arrestano i documenti dell’antichissima storia della regione felsinea, giacchè ai monumenti della civiltà etrusca seguono le tombe dei Galli Boi, che in quella regione posero loro stanza, ed infine, come conclusione dei rivolgimenti etnici e storici di questa parte d’Italia nell’evo antico, sopra si stendono le reliquie della dominazione romana.
In quegli antichi monumenti, che finora siamo venuti descrivendo, si possono studiare i rudimenti dell’arte, cioè i principi del disegno e i primi inizi dello stile. Parlando delle terremare, s’è detto che i vasi portano i primi indizi di disegno con linee graffite o impresse; poi più volte si è ricordata la ornamentazione geometrica degli oggetti delle arcaiche necropoli, in cui quei primitivi segni grafici si compongono in un sistema decorativo regolare, con combinazioni di linee, di punti, di circoli, di meandri, di croci gammate, di spirali, ossia di elementi geometrici, a cui si frammescolano figure di uccelli acquatici e di serpentelli. Questi elementi ornamentali non sono propri soltanto dei fittili e dei bronzi italici; essi corrispondono all’ornamentazione di vasi antichissimi greci trovati a Melos, Thera, Camiros, Atene, Micene, i quali si ascrivono ad un primitivo periodo greco, anteriore a quello dell’industria che già sente l’influenza dell’arte orientale (ved. vol. I, pag. 13); e si riscontrano anche in oggetti del centro d’Europa, trovati nella Stiria, nella Carinzia, nella Boemia, e più a settentrione fino nella Scandinavia. Ora questa conformità, ed anzi comunione di sistema di elementi geometrici decorativi è lo sviluppo d’un principio originario comune a vari popoli di una medesima stirpe; è il