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Osservazioni generali intorno allo stile italico. 89


X. — Osservazioni generali

intorno allo stile italico.


Se i monumenti della Certosa, insieme con quelli di Marzabotto, sono indubbiamente etruschi, essi rivelano però una civiltà meno ricca e meno sviluppata di quella dell’Etruria propria, o, a dire più esattamente, una civiltà che non potè conseguire lo sviluppo suo pieno come nell’Etruria al di là dell’Appennino, per esser stata arrestata o tronca a mezzo dall’invasione e dal dominio gallico; questo fatto, e insieme con esso certi altri elementi, quali i vasi dipinti e i caratteri del loro stile, sono argomento a determinare che i monumenti etrusco-felsinei possono avanzarsi fino al V e al principio del IV secolo av. C. Questi monumenti, e specialmente le stele e i bronzi, sono le testimonianze dell’antichissima arte etrusca, o meglio dicasi arte italica, in quanto che gli Etruschi meglio che sviluppare un’indole propria, forse presero ad esercitare un’industria ed un’arte già in svolgimento presso i popoli italici, in mezzo ai quali poi si stabilirono; arte ch’essi più tardi portarono a matura perfezione, ma non per isvolgimento di proprie ed intime forze, bensi per effetto di straniere influenze, e più propriamente di influenze greche.

I più antichi gradi di sviluppo di quest’industria italica, da cui l’arte poi nasce, si possono seguire con lo studio degli oggetti delle terremare per l’età del bronzo; con quello dei primi strati delle necropoli umbro-felsinee, laziali ed euganee, nelle tombe di Poggio Renzo, Sarteano e Villanova, e con lo studio delle arcaiche Cornetane per la più antica età del ferro; infine con quello della Certosa e di Marzabotto per l’età che deve dirsi