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Civiltà ed arte nelle necropoli euganee-atestine. | 61 |
pato di quello dell’età antecedente. Molti dei cinerari ed altri vasi sono colorati con ocra e grafite a zone rosse e nere alternate (ved. Atl. cit., tav. X, 2), o hanno ornati geometrici a color bianco. Cominciansi a vedere in disegno e in plastica figure di animali e figure umane; l’imagine d’un cavallo è graffita su un frammento di vaso; un cavallino con cavaliere, di lavoro puerile, fu trovato nella tomba d’un bambino; forse era un giocattolo. Tra i fittili abbondano le fusaiole e i cilindretti. Insieme coi prodotti dell’industria ceramica locale sono frammisti esemplari di vasi dipinti greci (lekythoi, kylices, specie di cantharoi), probabilmente provenienti dal commercio con la vicina Adria: il che ci farebbe risalire a un periodo che tocca il V secolo a. C; questi vasi certamente contribuirono a sviluppare l’industria locale, come sembra vedersi provato da certi vasi d’imitazione greca, riconoscibili per l’inferiorità dell’impasto, del lavoro e della colorazione, e che, collocati in uno strato posteriore a quello dei vasi genuini, accennano ad un momento intermedio, o ad un passaggio da questa terza ed una quarta età.
Un grande progresso si mostra anche nella lavorazione della copiosa suppellettile di bronzo. Oltre molti vasi con imitazione delle forme dei fittili, si incontrano anche ciste e situle, o vasi di bronzo destinati a contenere l’ossuario fittile. Sono fatti di lamina di bronzo ripiegata e insieme unita per rivolgimento dei margini con borchiette e chiodini. Intorno al corpo di queste situle vediamo svolgersi l’arte figurativa, perchè sono ornate non solo con semplici elementi geometrici, ma con vere rappresentazioni di figure animali ed umane, con lo sviluppo d’un concetto; le figure sono lavorate a sbalzo, o come dicesi, con stile empestico (ved. tav. 21).