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DELLA NEVE, 13

[versione diplomatica]

coſe n’è maestra ottima l’eſperienza.

Vn’altra maniera ſi vſa di rinfreſcare con aria, ch’è la piu ſana, & manco dannoſa di tutte l’altre, mediante la quale non s’imprime nell’acqua alcuna mala qualità, & viene vſata da molte perſone di grado, per rinfreſcare ſolamente quello, che hanno da bere. Et queſto è, che ponendoſi acqua, ò vino in vaſo di terra, o di metallo, maßime con bocca larga, ſi fà vento intorno con vn panno lino bagnato, più ò manco grande d’un lenzuolo, ſecondo l’occaſione, & commodità. Il qual vento hà da eſſer continuo, & ſenza intermißione per lungo ſpazio auanti il mangiare, & ſino à tanto, che ſi leuino le tauole, & con questo modo ſi rinfreſca benißimo, percioche l’aria calda attaccata à quei vaſi ſi toglie con queſto moto continuo, ſuccedendo d’hora in hora il più freſco: il che vediamo ancora per proua facendone vento al viſo, dal quale rimouendoſi l’aria calda attaccata, ſuccede il nuouo, che rinfreſca.

La ſeconda maniera di rinfreſcare, è ne pozzi: dentro de quali ſi laſciano i vaſi pieni la maggior parte del giorno; & talhora tutta la notte. Il qual modo patiſce anchora molti inconuenienti; coſi per cauſa dell’acqua, nella quale ſi raffredda, come del luogo doue ſi mette, & maggiormente nell’acque publiche per eſſere più immonde. Chiaro è, che l’acqua de pozzi è terreſtre, groſſa, & cruda, per istarſi continouamente nelle viſcere della terra & ſi come è acqua ſenza eſito, non puo non acquiſtare alcuna putredine, non venendo mai percoſſa da raggi del Sole, ne viſitata dall’aria chiara, & vitale: & però ſi vede continouamente piena di fumi, di vapori, & ſpeſſo d’alcuni animaletti, che naſcono di putrefazzioni. Chi dirà adunque, che penetrando la freddezza di questi pozzi, il vaſo, & la ſuſtanza del vino, & dell’acqua posta dentro di lui, non vi penetri


[versione critica]

cose n’è maestra ottima l’esperienza.

Un’altra maniera si usa di rinfrescare con aria, ch’è la piu sana, et manco dannosa di tutte l’altre, mediante la quale non s’imprime nell’acqua alcuna mala qualità, et viene usata da molte persone di grado, per rinfrescare solamente quello, che hanno da bere. Et questo è, che ponendosi acqua, ò vino in vaso di terra, o di metallo, massime con bocca larga, si fà vento intorno con un panno lino bagnato, più ò manco grande d’un lenzuolo, secondo l’occasione, et commodità. Il qual vento hà da esser continuo, et senza intermissione per lungo spazio avanti il mangiare, et sino à tanto, che si levino le tavole, et con questo modo si rinfresca benissimo, percioche l’aria calda attaccata à quei vasi si toglie con questo moto continuo, succedendo d’hora in hora il più fresco: il che vediamo ancora per prova facendone vento al viso, dal quale rimovendosi l’aria calda attaccata, succede il nuovo, che rinfresca.

La seconda maniera di rinfrescare, è ne pozzi: dentro de quali si lasciano i vasi pieni la maggior parte del giorno; et talhora tutta la notte. Il qual modo patisce anchora molti inconvenienti; cosi per causa dell’acqua, nella quale si raffredda, come del luogo dove si mette, et maggiormente nell’acque publiche per essere più immonde. Chiaro è, che l’acqua de pozzi è terrestre, grossa, et cruda, per istarsi continovamente nelle viscere della terra et si come è acqua senza esito, non puo non acquistare alcuna putredine, non venendo mai percossa da raggi del Sole, ne visitata dall’aria chiara, et vitale: et però si vede continovamente piena di fumi, di vapori, et spesso d’alcuni animaletti, che nascono di putrefazzioni. Chi dirà adunque, che penetrando la freddezza di questi pozzi, il vaso, et la sustanza del vino, et dell’acqua posta dentro di lui, non vi penetri


anchora