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DELLA NEVE, 7

[versione diplomatica]

prima ſi digeriſce, & con l’innato calore và conſumãdo il corpo. Questo medeſimo cõferma Iſac, Aliabas, Raſis, & molti altri, i quali tutti affermano l’acqua fredda cõvenire alle compleßioni temperate, eſſendo la calda nociua, & cagione di molte infirmità. Vna coſa comãda Auicenna, nella terza del primo & è che colui, che deſidera ber freddo, faccia prima buon fondamẽto col cibo, mangiando per qualche ſpazio, anzi dice di più, che il ber freddo non ſi ha da far tutto in vn colpo, ma à poco, à poco: Percioche coſì gioua in duo modi, l’vno, che ſi prende maggior piacere beuendo, maßimamẽte per reſtar’una parte di quell’appetito naturale, per la ſeconda & terza beuuta: l’altro, che non ſi reprime, ò ſuffoca il calor naturale, come ſi puo uedere, nel vaſo quando bolle, nella quale gittandoſi tutta l’acqua in vn colpo, laſcia di bollire, ma à poco à poco, non manca dell’opera ſua; Per queſto adunque comanda il buon Medico, che volendoſi ber freddo, ſi bea con vaſo di bocca stretta, eſſendo i vaſi di bocca larga vn’ampla licenzia a coloro, che guſtano troppo il bere. Ma ſe con vaſi di queſta ſorte ſi pigli vento, ò nò, mi rimetto al dottor Viglialobos, che n’ha trattato.

Si trahe adunque dalle coſe dette, che coloro, che beono freddo, nõ hanno da bere ſubito nel principio del paſto: cõtra il qual precetto fan molti. I quali non prima ſi pongono il boccone fra denti, che voglion ſubito bere freddißimo, & perche lo stomaco è voto, non resta di riceuer danno: Il qual danno, attribuiſcon poi ſubito alla frigidità del beuuto, & non al mal’ordine, che tengono; Il qual mal’ordine hauendo ben conſiderato Auicenna diſſe; Il ber freddo, ſenza il precetto dato da lui, è cauſa di molte infirmità. Ma ſe ſi bee con ordine, coſi nel tempo, come nella quantità, fa i giouamenti predetti; Per tanto miri ciaſcuno come bee, & come ſi conuiene, & in ſe medeſimo


[versione critica]

prima si digerisce, et con l’innato calore và consumando il corpo. Questo medesimo conferma Isac, Aliabas, Rasis, et molti altri, i quali tutti affermano l’acqua fredda convenire alle complessioni temperate, essendo la calda nociva, et cagione di molte infirmità. Una cosa comanda Avicenna, nella terza del primo et è che colui, che desidera ber freddo, faccia prima buon fondamento col cibo, mangiando per qualche spazio, anzi dice di più, che il ber freddo non si ha da far tutto in un colpo, ma à poco, à poco: Percioche così giova in duo modi, l’uno, che si prende maggior piacere bevendo, massimamente per restar’una parte di quell’appetito naturale, per la seconda et terza bevuta: l’altro, che non si reprime, ò suffoca il calor naturale, come si puo vedere, nel vaso quando bolle, nella quale gittandosi tutta l’acqua in un colpo, lascia di bollire, ma à poco à poco, non manca dell’opera sua; Per questo adunque comanda il buon Medico, che volendosi ber freddo, si bea con vaso di bocca stretta, essendo i vasi di bocca larga un’ampla licenzia a coloro, che gustano troppo il bere. Ma se con vasi di questa sorte si pigli vento, ò nò, mi rimetto al dottor Viglialobos, che n’ha trattato.

Si trahe adunque dalle cose dette, che coloro, che beono freddo, non hanno da bere subito nel principio del pasto: contra il qual precetto fan molti. I quali non prima si pongono il boccone fra denti, che voglion subito bere freddissimo, et perche lo stomaco è voto, non resta di ricever danno: Il qual danno, attribuiscon poi subito alla frigidità del bevuto, et non al mal’ordine, che tengono; Il qual mal’ordine havendo ben considerato Avicenna disse; Il ber freddo, senza il precetto dato da lui, è causa di molte infirmità. Ma se si bee con ordine, cosi nel tempo, come nella quantità, fa i giovamenti predetti; Per tanto miri ciascuno come bee, et come si conviene, et in se medesimo


faccia