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morale di uno stato in cui il popolo è o confuso nella massa del vincitore, o ridotto alla schiavitù.

Questo ultimo spediente per giungere alla pace non è in contraddizione col diritto del vincitore: ma esso è contrario alla concezione primitiva del diritto delle genti.

Fondato sulla idea di una opposizione esercitata conformemente al principio della esterna indipendenza per mantenersi nel possesso di ciò che si ha, il diritto delle genti non saprebbe ammettere un modo di acquistare, che per l’accrescimento della potenza di uno stato diverrebbe pericoloso e minaccevole per tutti gli altri.

Tutti i mezzi di difesa sono permessi ad uno stato che cerca di evadersi dalle ostilità, eccettuati quelli il cui impiego cancellerebbe ne’ suoi sudditi la qualità di cittadini, e li renderebbe incapaci di essere membri di una società politica; poichè il risultato di queste misure renderebbe il principe, o lo stato medesimo, incapace di godere, ne’ suoi rapporti esteriori, degli stessi diritti che godono le altre potenze.

Perciò lo stato non debbe impiegare i suoi sudditi a servirlo nella qualità di avvelenatori e di assassini; non debbe nemmeno impiegarli come spie, o cacciatori tirolesi1, nè come falsarj,


  1. Per questa espressione s’intendono i cacciatori per mestiere posti in imboscata.