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dell’ira. E per questa cagione fu rovinata la tirannide dei figliuoli di Pisistrato, e altre assai. Ma l’odio è contuttociò più nocivo, perchè l’ira è con dolore, onde ella non lascia discorrere; e l’odio è senza dolore. E per dire insomma tutte le cagioni, che io ho detto essere rovinatrici dell’ottimo governo popolare; le medesime sono rovinatrici delle tirannidi. E la cagione è, che tali stati sono ancora essi tirannidi, ma dispersè.
Ma il regno non è rovinato da cagione estrinseca, e però è egli di più vita, ma dalla intrinseca patisce ei bene mutazione, e fannovisi in due modi. In uno quando quei della successione regia son divisi; e nell’altro quando e’ cercano di comandare tirannicamente, e di trapassare i modi ordinarî, volendo essere padroni di più cose; e più di quello che loro permette la legge. Al tempo d’oggi non surgono regni, e se pure se ne fa, ei son piuttosto monarchie, e tirannidi, per essere il regno un imperio sopra di chi vi sta sotto volentieri, e per essere signore d’uomini di buona qualità. Onde per trovarsi molti simili, e per non si trovare alcuno tanto di virtù eccellente, che per grandezza, e degnità sia proporzionato dagli altri, però li popoli non gli vogliono volentieri stare sotto. E se uno in tai luoghi si acquista il regno o con fraude, o con forza, questo tale imperio apparisce tirannide.
Debbesi ancora porre un’altra cagione fuori delle conte, che faccia rovinare questi regni, i quali si danno per successione di sangue; cioè che per essere molti di simili re da essere spregiati, essi fanno delle villanìe senza aver potenza tirannica, ma solamente degnità regale. Onde tali agevolmente sono spacciati, perchè se i popoli non vorranno un tale, subito e’ non fia più re, ma e’ fia bene un tiranno a dispetto ancora de’ suoi popoli. Sono pertanto distrutte le monarchie per tali ed
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altre simili cagioni.