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Onde infra le cose, che l’uno e l’altro governo ha più, la tirannide ha i danari, e il regno ha piuttosto gli onori. Oltra di questo del re è la guardia civile, e del tiranno la composta dei soldati forestieri.

Ed è manifestissimo, che la tirannide ha i vizî dello stato popolare e di quello dei pochi potenti, perchè dallo stato de’ pochi ella piglia il fine, che v’è la ricchezza, che con tal modo solo può ella mantenere la sicurtà sua, e vivere nelle delizie e non prestare fede alcuna ai suoi cittadini. Onde che dalli tiranni si levi l’arme ai cittadini, e facciasi male al popolo, e caccinsi via li cittadini e lievinsi dalle guardie della città, è vizio comune dell’uno stato, e dell’altro: cioè della tirannide, e di quello dei pochi potenti. E dallo stato popolare piglia ella il far contra la nobiltà, e il distruggerla in occulto, e in palese, e il farla ribella, come s’ella fusse sua avversaria e nimica del suo principato. Imperocchè da’ nobili si fanno le congiure, parte per volere essi governare, e parte per non voler servire. Onde il consiglio di Periandro dato a Trasibulo fu il tagliamento delle sopravanzanti spighe, come s’ei bisognasse sempre nella tirannide tor via quei cittadini, che fussino eccellenti.

Come io ho detto adunche quasi le medesime cagioni è da stimarsi che distruggino le monarchie, che quelle, che gli altri stati fanno mutare. Imperocchè la più parte di quei che vivono sotto le monarchie, le vanno ad assaltare per cagione della ingiustizia de’ monarchi o del timore che essi n’hanno, o del dispregio inverso d’essi monarchi, e quanto alla ingiustizia massimamente per cagione d’essere stati svillaneggiati. E alcuna volta si fa impeto contra di loro, per essere a quei tali stato tolto la roba. Li fini ancora, perchè si congiura contra di tali, sono li medesimi nella tirannide, che in quegli altri stati, e