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re, che trapassavano gli ordini antichi della patria, e che volevano comandare più signorilmente. Certe altre ancora sì facevono di cittadini eletti alli magistrati supremi e di autorità amplissima, conciossiachè li popoli anticamente dessino gli uffizî, e le cure per lungo tempo. Certe ancora se ne facevano dagli stati de’ pochi potenti, i quali proponevono uno alli magistrati supremi.

E in tutti questi simili modi si potette constituire la tirannide agevolmente per la potenza, che tali avevono, pure ch’e’ volessino constituirla per via d’essere re o per via degli onori loro conceduti, siccome fece Fidone in Argo. E altri tiranni la constituirono essendo essi re. E altri ferono il simile in Ionia e Falari la condusse per via degli onori stati datili. E Panezio appresso dei Leontini: e Cisselo in Corinto; e Pisistrato in Atene; e Dionisio in Siracusa. E altri nel medesimo modo vi pervennero per essere stati innanzi capi di popolo.

Come io ho detto adunche il governo regio ha dello ottimate, perchè tale grado si dà per via di degnità, cioè o per via di virtù propia di chi è fatto re o de’ suoi antichi o per benefizî fatti a quei popoli, o per queste cose, e ancora per la potenza del fargli. Chè tutti costoro, avendo fatto o benefizî, o potendo assai beneficare le città e le provincie, conseguirono un tale onore; altri cioè per avere liberati i popoli nelle guerre da servitù, come Codro, e altri per avergli tratti di servitù, come Ciro, o per avere acquistato, o essere per dovere acquistare provincie, siccome i re di Sparta, e dei Macedoni, e dei Molossi.

E l’uffizio del re è guardare, che chi ha facultà non sia rubato, e che il popolo non sia offeso dai ricchi. Ma la tirannide (come io ho detto innanzi) non riguarda a nessuna utilità publica, anzi solo al comodo propio. E il fine tirannico è il piacevole. E il fine regio è l’onesto.