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altro, che restò, svolse un giovane amato da lui a fargli piacere. La qual cosa avendo avuto quell’altro molto per male, fe’ tanto che egli ebbe a fare con la moglie di colui; onde avvenne che ciascuno chiamati a sè gli amici nel governo, divisono tutta la città.
Però si debbe molto guardarsi dalle discordie, che nascono infra li cittadini principali, e sforzarsi tosto di romperle, e di quietarle, imperocchè un errore tale è commesso nel principio, e il principio si dice essere la metà del tutto. Imperocchè un errore picciolo fatto qui è corrispondente agli errori, che si fanno nell’altre parti. Finalmente le sedizioni dei nobili fanno, che la città tutta ne sente, siccome avvenne in Estiea dopo gli stati popolari1, che due frategli essendovi venuti a contese per cagione della eredità paterna, il più povero d’essi chiamò in suo favore li popolari; come quei che accusava il fratello di non avergli partito le sue facultà, e celatogli parte del tesoro paterno, e quell’altro che aveva più facultà, chiamò in suo ajuto li ricchi.
E in Delfo essendo nata una differenza per conto di un parentado, vi fu questa cagione di tutte le discordie, che dappoi vennero in quella città, perchè lo sposo, essendosi pronosticato non so che infortunio, venuto che ei fu dalla sposa, se ne partì con dire che non la voleva, e li parenti della fanciulla come ingiuriati gli apposono, che e’ sacrificava co’ danari de’ sacrifizî2, e dipoi lo ferono ammazzare come sacrilego. E in Metellino essendo nata una discordia per cagione d’una eredità fu la detta, e di molti altri danni cagione, e di più della guerra che egli ebbono con li Ateniesi, nella quale Pache prese la città loro, perchè Timofane un certo ricco avendo dopo la morte lasciato due figliuole eredi, Dossandro, che era stato sbeffato