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in quel che vive dei frutti della terra, e delle pasture, si può fare il primo stato popolare, perchè tal popolo sta occupato per non avere troppe facultà; onde ei non può ragunare spesso la concione: e per non avere da vivere tanto che basti, ha bisogno d’attendere a lavorare e non viene a desiderare la roba d’altrui, avendo più piacere delle sue fatiche, che del governare, e d’essere in magistrato, massimamente dove da tai magistrati non si tragga molto utile. Chè invero la più parte delli uomini stima più l’utile ch’ella non stima l’onore.
Siemi di ciò segno che gli uomini anticamente sopportarono le tirannidi, ed ora sopportano gli stati de’ pochi potenti, quando e’ non sono impediti dai loro esercizî, nè è loro tolto nulla; perchè in tale modo presto una parte d’essi arricchisce, e l’altra esce de’ bisogni. Oltra di questo il popolo si soddisfa d’esser padrone d’eleggere i magistrati, e di rivedere i conti; e in ciò sfoga, se egli ha punto d’ambizione; conciossiachè in certi popoli s’usi (sebbene e’ non sono partecipi d’eleggere li magistrati) che certi almeno scelti particularmente di tutto il popolo faccino questo ufficio, come era già in Mantinea. E se il popolo è padrone del consiglio, e’ gli basta il più delle volte. E questo modo è uno da fare stati popolari, come fu già in Mantinea usato.
Onde fa di mestieri e giova a un sì fatto modo di governo detto, ed èssi usato in simile che li magistrati vi sieno eletti dal popolo tutto; e che e’ rivegga i conti, e che e’ giudichi, ma che li magistrati primi sieno governati da eletti nel magistrato; e che li maggiori sieno amministrati da chi ha maggior censo, ovvero che del censo non sia tenuto alcun conto, ma che e’ sieno amministrati da chi ha più facoltà di poterlo fare. Ed è di necessità, che chi si governa in tal modo, si governi