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di nuovo sono combinate, cioè che certi magistrati sieno creati da tutto il popolo, e certi da certi, e che certi se ne creino di tutto il popolo, e certi di certi, e che certi se ne faccino per elezione e certi per sorte. Di ciascuna di queste differenze di nuovo saranno quattro li modi, cioè, o che tutti gli elegghino di tutti, o che tutti li tragghino di tutti, ovvero ch’e’ gli creino di tutti o dispersè, com’è dire di ciascuna tribù, e di ciascuna parte, e ciascuna compagnia, infino a tanto che e’ vada la creazione per tutto il popolo, ovvero che sempre ei si creino di tutto il popolo, ma parte in questo modo, e parte in quell’altro. All’altro membro, dove certi sono quei che creano i magistrati, dico, ch’e’ gli creano di tutto il popolo o per sorte, o e’ gli creano di certi per elezione, o e’ gli creano di certi per via della sorte, o certi ne creano in questo modo, e in certi in quell’altro. Io, dico, o che e’ ne creano certi di tutto il popolo per via d’elezione, o certi medesimamente di tutto il popolo per via della sorte: di modo che, fuori delle due combinazioni prime, li modi vengono ad essere dodici.
De’ quali due n’è che hanno del popolare, cioè che tutti creino di tutti per elezione, o per sorte; o per l’un modo, e per l’altro: cioè che parte se ne crei per sorte, e parte per elezione. E del membro, ove certi creano li magistrati o di tutti, o di certi, o per sorte, o per elezione, o per l’un modo, e per l’altro; io dico l’uno e l’altro, cioè, che certi si creino di tutto il popolo, e certi di certi. E per l’un modo e per l’altro intendo parte con la elezione e parte con la sorte; questo modo è, dico, da republica. Ma che certi di tutti parte gli creino parte per elezione, e parte per sorte o nell’un modo, e nell’altro, cioè certi per sorte, e certi per elezione, questo dico ha dello stato de’ pochi potenti, e più ne tiene ancora il modo, che è composto dell’uno e dell’altro.
E dove certi magistrati