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e’ non s’abbia a stare ozioso. E questo magistrato fia da stato di pochi, se e’ sarà composto di pochi. Ma quei che innanzi consigliano, per necessità bisogna che sien pochi di numero; onde sono eglino da stato di pochi potenti. Ma dove amendue questi magistrati sono quei che innanzi consigliano, egli ordinano la concione, la quale ha del popolare, e essi, che innanzi consigliano, e deliberano, hanno dello stato stretto. Ma in quegli stati di pochi si dissolve la forza del consiglio, dove il popolo stesso intendendo ogni cosa, d’ogni cosa vuole essere giudice.

E ciò suole accadere dove è utilità, o salario constituito a chi conviene alla concione, perchè tali uomini potendo starsi in ozio si ragunano spesso, e vogliono giudicare ogni cosa. Ma l’institutore de’ fanciugli, e delle donne, o se altro magistrato è, che abbia tal cura, ha dello ottimate, e non del popolare. E come è egli mai possibile, che le donne de’ poveri non vadino fuori? Nè ancora è da stato di pochi potenti, perchè le donne de’ cittadini di simile stato vivono in gran delizie. Ma di tai cose siene detto abbastanza.

Ma sforzianci di dire di nuovo della constituzione dei magistrati, e sappiasi che la differenza di questa cosa è in tre termini, i quali compresi, per necessità consegue, che tutti i modi s’intenderanno. Uno de’ tre termini è chi sieno li constitutori de’ magistrati. Il secondo di chi e’ sieno composti. L’ultimo in che modo e’ sieno composti. Di ciascuno di questi tre termini di nuovo sono tre differenze, perchè o tutti li cittadini creano li magistrati, o certi, e’ li creano di tutti, o di certi, cioè per via di chi abbia censo, o nobiltà, o virtù, o altra simil cosa, siccome avviene in Megara, dove ei si creano di quegli che insieme col popolo vanno a combattere. E l’ultima differenza è, ch’e’ si creino, e per elezione, e per sorte.

E queste tre differenze