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per premio d’essa mettono il sopravanzare l’un l’altro nel governo. Onde questi lo fan popolare, e quei lo fan di pochi potenti. Ancora di quegli, che nella Grecia hanno tenuto il principato, l’uno e l’altro ha avuto rispetto a quello stato, che era nelle città loro. Onde questi costituirono nelle altre città stati larghi, e quegli vi constituirono stati stretti, non risguardando all’utile di quelle città, ma al loro proprio. Laonde avveniva o che non mai si costituisse uno stato, che fusse comune, o di rado e in pochi luoghi.
Chè un uomo solo infra quegli antichi, che era in principato, fu persuaso a costituire un tale ordine. E di già venne in costume per le città di non volere l’ugualità, ma o di cercare l’imperio, o di sopportarlo. E di qui adunche sia manifesto qual sia l’ottimo stato, e per che cagione ei sia tale.
E venendo a ragionar degli altri, dappoi che io ho posto darsi più sorti di popolare stato, e di pochi potenti, qual, dico, d’esso si debba mettere per primo, e quale per secondo, e nel medesimo modo qual si debba mettere per conseguente in ordine di bontà, o di malizia, dopo la determinazione dell’ottimo stato non è difficile ad essere ciò conosciuto. Perchè egli è di necessità, che migliore sia quello, che è più vicino all’ottimo, e peggiore quello che è più lontano dal mezzo; se già uno non volesse giudicare il buono per supposizione. Io intendo buono per supposizione, conciossiachè, posto che uno stato sia migliore d’un altro, niente vieta perciò, che ad alcuni non possa essere più utile quell’altro, che è manco buono.