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due cose sono molto lontane dall’amicizia e civile compagnia; perchè la compagnia ha dello amicabile, conciossiachè nel viaggio con li nimici non s’usi di fare compagnia; e la città è un composto d’uomini equali, e simili il più che si può. E tale effetto avviene, dove sono li cittadini mediocri. Onde conseguita per necessità, che quella città abbia un governo ottimo, che è governata da quei cittadini, che per natura sono componenti della città, siccome io ho detto.
Ancora simili cittadini più di tutti gli altri si mantengono nelle città. E questo nasce perchè tali non desiderano quel d’altrui, come fanno li poveri, nè all’incontro da altri è desiderato il loro, siccome è dai poveri desiderato quello dei ricchi. Onde essi vivono sicuramente per non essere insidiati da altri, e per non insidiare eglino altrui. Da tale cagione mosso Focilide, desiderava alli cittadini mediocri ogni bene; volendo ancora egli essere uno di quegli.
Onde è manifesto, che la compagnia civile, che ha da essere ottima, sarà la composta dei cittadini mediocri, e che tali città saranno capaci di buon modo di vivere, dove la parte de’ mediocri sia assai, e di più valore di amendue l’altre parti, o almeno d’una delle due. Imperocchè aggiunta all’una delle parti ella farà inclinare la bilancia, e vieterà il farsi gli eccessi contrari. Onde è gran felicità d’una republica, quando chi la governa ha facultà mediocri e sufficienti. Imperocchè dove l’una parte ha troppo, e l’altra parte non ha nulla, o quivi, dico, insurge l’ultimo popolo, o lo stato insopportabile dei pochi potenti, o la tirannide cagionata dall’uno, e dall’altro eccesso. Conciossiachè ella si generi e dallo stato fanciullesco del popolo, e dallo stato dei pochi. Ma dalli mediocri, o da’ vicini alla mediocrità si fa più di rado. E la cagione ne dirò io di questo, dove sarà trattato