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popolare quello, dove comandino li cittadini liberi, ma pochi a quei che sono più di numero, ma che non sieno liberi, siccome avviene in Apollonia, in quella, che è sul mare Ionio, e in Tera. Imperocchè nell’una e nell’altra di queste città si sono avuti in pregio li cittadini eccellenti per nobiltà, e quei che pei primi vennero ad abitarvi, i quali erano pochi. Nè all’incontro sia stato di pochi, dove li ricchi regnino, e per numero vi abbondino; come era anticamente in Colofone, che quivi erano facultà grosse nella più parte dei cittadini, innanzi che e’ movessino la guerra contro ai Lidii. Ma stato popolare è, dove li cittadini liberi, e poveri, che sieno più di numero, sono padroni dei magistrati. E stato di pochi è, dove li ricchi e nobili, che sieno pochi di numero, vi governano.

E detto s’è adunche, che li stati sono di più sorti, e per che cagione.


Ma perchè li stati sieno più de’ detti, e di che natura, dirò io al presente, pigliando primieramente questo principio di ragionarne detto innanzi: cioè perchè e’si confessa la città essere posseduta non da una parte sola di cittadini, ma da più. Ora adunche, come se noi volessimo intendere le sorti dello animale1, noi porremo prima da parte quello che per necessità ogni animale debbe avere; come sono certi sensorî, e la parte che opera nel cibo, e che lo riceve, com’è la bocca e il ventre. Oltra di questo metteremo ciascuna di quelle parti, che servono al moto.

Se adunche nello animale fussino tante le parti, quante io

  1. Le specie del regno animale.