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Perciò bisogna mettersi innanzi per esercizio l’onesto e non il bestiale; conciossiachè nè il lupo, nè nessuno altro animale bruto entrasse in un pericolo onesto, ma sì un uomo virtuoso. Ma chi avvezza troppo a tali esercizî i fanciugli, e lasciagli ineruditi dell’altre cose più necessarie, gli esercita (a dire il vero) vilissimamente, facendogli buoni a una sola azione civile, e per questa ancora disponendogli peggio degli altri, siccome la ragione lo dimostra. Ma e’ non bisogna giudicare questo dalle azioni fatte innanzi da loro, ma da quelle del dì d’oggi; dove si vede ritrovarsi degli emuli loro in tali esercizî; il che anticamente non si ritrovava.

È manifesto adunche, che e’ si debbe usare la ginnastica, e qualmente ella si debbe usare; perchè insino alle pube e’ si debbe usare leggieri esercizî senza violenza di cibo, proibendo le fatiche, che non sono necessarie, acciocchè e’ non s’impedisca l’augumento. E che una tale cosa preparare si debba, siamene indizio che nei giuochi olimpici si trova due, infino in tre, che li medesimi vi abbino vinto da fanciugli, e poi che e’ sono stati uomini fatti, per aver eglino consumata in giovanezza la forza negli esercizî necessarî.

Ma un tre anni dopo la puba, atteso ch’egli aranno ad altre discipline, allora sta bene di ritenere quella età che seguita e con le fatiche e con la dieta necessaria. Ch’e’ non si debbe invero a un medesimo tempo affaticare i giovani e nell’animo, e nel corpo; imperocchè l’una parte, e l’altra di queste fatiche è atta a disporgli contrariamente, conciossiachè il discorso della mente impedisca la fatica del corpo, e che quella dell’animo nuoca alla persona.