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naturali in quanto ai venti, lodano più li tramontani, che li mezzigiorni.
Ma quali esercizî si dovessino preparare per utilità di questi, di quegli, che sono nati, fia me’ dire dove si tratterà della instruzione dei fanciugli, e qui lo dirò io così in figura, cioè, che l’abitudine degli atleti non è buona alla civile disposizione, nè per la sanità, nè per la generazione dei figliuoli, nè ancora la molta osservanza, o la troppa astinenza, ma la mediocrità infra le cose conte. Chè egli è bene essere assuefatto alle fatiche, ma non già a quelle che sieno violente, ne’ che sieno d’una sola sorte, come sono assuefatti gli atleti; ma alle fatiche da uomini liberi, e in queste simili si debbono fare esercitare sì le femmine come i maschi.
Debbesi ancora avvertire alle donne, quando elle sono pregne, ch’elle non stieno in troppi agi, nè si nutrischino troppo delicatamente; e questo è agevole a farsi dal legislatore, ordinando ch’elle debbino andare a visitare il tempio di quegli Dei, che sono onorati sopra la generazione. Ma egli sta bene assettare al contrario dei corpi la mente, cioè stia in quiete, imperocchè li parti pare che piglino della natura del continente, siccome i frutti, che produce la terra.
Quanto alla esposizione, e allo allevamento dei figliuoli, facciasi una legge, che e’ non si possa allevare nessun parto che manchi dei membri suoi; e per riparare al troppo numero d’essi, se l’ordine della città proibisse, cioè che e’ non si potessino esporre, e’ bisogna in qualche modo determinare questo numero. E se fuori di tale determinazione alcuni pure avessino più multiplicato in figliuoli, debbesi fare sconciare le donne innanzi che li feti abbino senso, o vita; imperocchè, il pio e il perfetto è quando il feto ha senso, e vita.
Ma avendo determinato l’età nell’uomo, e nella donna da dovere congiugnersi, determinisi il tempo