Pagina:Trattato de' governi.djvu/194

la ragione, perchè egli solo l’ha, onde bisogna che tai cose sieno concordi. Che e’ si vede, ch’egli opera molte cose fuori del costume, e della natura, quando egli è persuaso dalla ragione, che quelle cose sieno migliori. Innanzi ne dichiarai io, come dovevono essere fatti per natura quei cittadini, che erano atti facilmente a ubbidire al legislatore. Il resto s’appartiene alla erudizione. E l’erudizione si fa parte con la consuetudine, e parte con laudizione.


Ma perchè tutta la civil compagnia è composta di chi comanda, e di chi ubbidisce, è però da esaminare, se diversi debbono essere quei che comandano, e quei che ubbidiscono, o li medesimi sempre. Chè gli è manifesto, secondo tal distinzione, conseguire la distinzione della disciplina. Ora adunche se gli uomini fussin tanto differenti l’uno dall’altro, quanto noi stimiamo che gli Dei, o li Semidei sieno differenti dagli uomini, per essere primieramente eccellenti più degli altri nella persona, e di poi nell’animo (di tal maniera che senza contrasto, e manifestamente apparisse ai sudditi la eccellenza di chi governa), è chiaro, ch’e’ sarebbe me’ dire, che li medesimi dovessino essere sempre, cioè questi sudditi, e quei padroni.

Ma perchè ciò non è agevole ad essere, nè si ritrova quello, che dice Scilace ritrovarsi appresso gli Indi