Pagina:Trattato de' governi.djvu/181

numero non di qualsivoglia uomini: ma di quei che sien bastanti a farla vivere, come io ho detto disopra. E in caso che qui manchi alcuna di queste cose, è impossibile, parlando assolutamente, che nella civile compagnia sia la sufficienza. Debbesi adunche constituire la città in modo, che ella possa fare tali esercizî; io dico che ei vi debba essere la parte de’ contadini acciocchè ella abbia da potersi nutrire, e quella delli artefici, e quella delli armati, e quella dei ricchi, e quella dei sacerdoti, e quella dei giudici delle cose necessarie eutili.


Ma essendosi determinate queste cose nel modo detto, veggiamo conseguentemente, se ciascuno dei conti debbe in tutti questi esercizi comunicare; perchè e’ può molto bene essere, che tutti li particulari uomini detti possino essere, e contadini e artefici, e consiglieri e giudici: ovvero si debbe mettere ciascuno separatamente allo uffizio suo; ovvero è me’ porre degli uffizî detti parte separati, e parte comuni a più d’uno. Ma non già in ogni modo di governo, come io ho detto. Perchè egli è possibile, che in certi governi ogni uomo vi partecipi d’ogni cosa, e in certi che non tutti partecipino d’ogni cosa; anzi che in certi tutti non vi partecipino di certe. E questo modo diverso di partecipare fa diversi gli stati, conciossiachè negli stati popolari ogn’uomo sia d’ogni cosa partecipe, e negli stati stretti s’usi l’opposito.

Ma perchè io son qui per fare considerazione d’un governo, che sia ottimo, e tale è quello