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amore ascoltino lo ’mperio del legislatore, ch’è la legge, e perciò più volentieri i cittadini la ricevano: per questo si fanno l’orazioni innanzi che per persuadere sono state ricevute». Ecco come tu vedi di essa pura e semplice legge più nobile essere riputata da Platone l’oratoria; il che, come di sopra mi protestai, se dell’oratoria intendi, dei ancora intender della poetica. Questo medesmo sentì Marco Tullio il quale all’autorità di Platone adduce ancor quella di Zaleuco e di Charanda 1.

De. Voi mi lasciate l’animo pregno di mille pensieri; ma io non vo’ tenervi più a bada.

Ti. Domani è giorno d’academia: ivi ci rivedremo, et occorrendoti tra questo mezzo dubbio veruno, ivi il disputeremo a più bell’agio. Ad Esone dirai ch’egli si ricordi del detto dell’oracolo.

De. Volentieri.

Il fine

  1. Marg: nel II. delle Leg.