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il dedalione o ver del poeta 509

esser quasi un rampollo et una propagine della dialettica, dice ancora a quell’istituzion della filosofia dell’altra banda appartenersi che degli affetti e delle perturbazioni dell’animo tratta, la qual ragionevolmente civile scienza chiamiamo. Onde, mi maraviglio molto che alcuni considerino il poeta e l’oratore sotto l’ente della ragione, dicendo di più Aristotele nell’Etica1 che sotto la civile si rinchiude l’arte militare, la familiare e l’oratoria. E se eglino dicono intender il retore in questo modo, scambiamo i termini, perciò che se il retore si sta sotto l’ente ragionevole, sta ancora sotto il reale, e perciò non han da attaccarsi più ║ [66] all’una banda che all’altra. Ma l’oratore allo ’n tutto sta sotto il reale e quel che si dice dell’oratore segue del poeta, il che si cava da Aristotele il quale dice Omero aver immitato l’antiche republiche2: nel qual verbo «immitare» sta la differenza tra la poetica e la morale, perciò che questa insegna per via di narrazione e quella per via di rappresentazione, sì come si fa all’uomo l’invitamento d’alcun cibo se gli è rappresentato sotto la somiglianza d’alcuna cosa piacevole; e più abondevolmente si può ancor questo vedere nel libro della Poetica ove il filosofo favella della tragedia, dicendo ch’ella induce l’espurgazion degli affetti3.

De. Se bene, o Tiresia, sotto la civile si ripone la poetica, non parmi però che il legista si debba assomigliar al chirurgo, ma più tosto al fisico, perciò che, sì come il fisico consi║dera [67] ancor egli le piaghe et ordina al chirurgo che venga all’incisioni, così ordina a’ suoi ministri il legista che faccian l’operazioni ch’egli dee fare.

Ti. A chi dunque compararai il chirurgo?

De. Ai birri, al bargello, al boia.

Ti. Guardati, per l’amor di Dio, Dedalione, che questi chirurgichi non t’intendano: chè tu staressi male veggendosi da te comparati ad un boia. E certo ragionevolmente si dorrebbono di te, perciò che il chirurgo ha arte per sè e da sè solo può stare; anzi molti dimostrano primiera di questa chiamata fisica esser stata la chirurgia, come par che accenna Platone di Esculapio e de’ suoi figliuoli che nella guerra di Troia medicarono Menelao ferito

  1. Marg: al pº. capo del ii libro = Etica I, ii, 1094b2.
  2. Marg: al cap. iii del III dell’Etic. = Etica 1113a8.
  3. Marg: al v. capo = Poetica i449b27.