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il dedalione o ver del poeta 505

specie si vada di nuovo dividendo, il razional però non altro che una sola specie sotto ║ [56] di sè ristringe et abbraccia.

Ti. Facciamoci dunque un poco più da lontano per veder di truovar la verità.

De. Così facciamo.

Ti. La filosofia non si partisce ella in più parti? DE. Partisce.

Ti. In quali?

De. Contemplativa et attiva.

Ti. Sotto quale di queste due ritroveremo la medicina o ver la poetica?

De. Non credo sotto la contemplativa, perciò che ella si divide in naturale, sopranaturale e matematica, ch’è la mezzana fra esse due, et in ciascuna di queste tre parti discorrendo non credo che la vi truoveremo.

Ti. Discorriamo dunque per altro capo.

De. L’attiva credo che si partisca in morale, che noi primieramente chiameremo con voce spagnuola «creanza», o se pur vogliamo la toscana, «costumatezza»; appresso in domestica o familiare et in civile.

Ti. Forse il poeta sarà sotto la creanza.

De. Non credo, perciò che ella riguarda noi istessi.

Ti. Sotto la familiare? ║ [57]

De. Nè meno: chè il poeta si distende a commune profitto di tutti e così parimente il medico.

Ti. Saranno dunque elle riposte sotto la civile?

De. Così io giudico.

Ti. Se la civile riguarda il bene degli animi nostri e de’ corpi, veramente ella riguarderà amendue questi, cioè la poetica e la medicina; ma prendiamo la cosa più larga e diciamo ch’ella riguarda equivocamente l’una e l’altra medicina dell’anima e del corpo.

De. Veramente che noi spiccheremo alfin questi medici, che si veggano in viso.

Ti. Ora vediamo come segua quel che primieramente si diceva.