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il dedalione o ver del poeta 493

esser in sanità di molti i quali, a colui che considera l’universalità, fa un corpo et una anima.

De. Benissimo.

Ti. Ai mali sanabili non bisogna aver egli altri riguardi?

De. Bisogna.

Ti. Nondimeno, perchè han bisogno del ferro, pur son considerati dal legislatore. Diamo un esempio: Piero ha ricevuto una ferita la qual si sana dal chirurgo con ferro senza mozzar membro alcuno, ma aprendo e facendo più larga la piaga per comodità di guarirla. Talora questa ferita è in modo penetrata et incancherita che necessario si è di tagliar tutto un dito o una mano per non uccider l’intero uomo. Così il legislatore; oltre che quando il difetto d’alcuno per esser ito tanto innanzi, uccide e spegne colui, talora il male ║ [30] è in guisa che può ricever il tasto dello scarpello senza mozzarlo, come sono le galee, le funi, le pene in danari, gli sbandeggiamenti e simili.

De. Di pari vanno.

Ti. Mettiamo qui avanti di noi il medico e lo ’nfermo che sia figliuol del medico: se questo infermo non volesse prender la medicina, credi tu che il padre tentarebbe con forza e violenza farcela pigliare, o pur con buone parole?

De. Con la violenza moverebbe ad ira lo ’nfermo il quale facilmente verrebbe ad aggravar più nel male, di modo che io stimo che egli dovrebbe più tosto usar le buone parole.

Ti. Stimi che sia da questo molto differente il consiglio che prende il buon filosofo? Ora fingiamo che qui fosse un sommo savio il quale per la sua bontà facendo con tutti officio di padre, non considerando il filosofo le carnalità e le parentele, volesse de’ mali che abbiamo dell’anima guarirci; e noi non volessimo acconsentire al proprio ben nostro, come fanno i fanciulli e certi infermi teneri e capricciosi ║ [31] che si lascian più tosto morire che prender la medicina. Credi tu ch’egli ci lascerebbe così morire senza prima ammonirci e persuaderci a prender questa medicina?

De. Non mai.

Ti. Questa medicina, che ti dai a credere ch’ella si sia? Già