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492 s. ammirato

è in medicar una donna da un maschio et una gravida da una non gravida. Appresso non poca dissomiglianza è in medicar un contadino che un nobile e non picciola avendo rispetto alle stagioni, ai corsi della luna, ai paesi et ai luoghi. ancor che tutto fosse un mal di febbre.

Ti. Oltre queste cose non credi tu molto importare al chirurgo, oltre il saper le polveri e gli empiastri che si pongono ad una piaga, saper ancora le diversità de’ legamenti?

De. Anzi necessariissimo.

Ti. E se il medico nelle medicine che egli ordina, per l’amaror o molta dolcezza loro, quelli in guisa non temprasse che prender si potesse║ro [28] dagli infermi, non credi tu che malagevolmente conseguirebbe il fin della sua arte?

De. Credo.

Ti. Di modo che, si come tutti abbiam veduto con isperienza, non bisogna solamente esserci ordinata la medicina, se i modi per i quali prenderla potessimo e ritenerla non ci fossero dati.

De. Così è.

Ti. Onde si vede che le pillole si ricuoprono col zuccaro et in Lombardia si soglion prender con le nevole e quivi con l’ostia; et a ritener le medicine chi prepara l’agresto, chi il limone, chi l’aceto e chi altra cosa. I quali apparecchi quando si fanno ci rendono la medicina meno dispiacevole e conseguentemente si posson chiamare certi istromenti per li quali conseguiamo la sanità.

De. .Il tutto mi piace.

Ti. Ritorniamo un poco a quel che di sopra lasciammo. Si disse che quella parte della spirital medicina che sana con ferro, come il chirurgo, si è il legista; il quale, se ben uccide il corpo dell’uomo, non perciò si dice a comparazion del chirurgo che uccide lo ’nfermo, ma bene a comparazion del chirurgo che tronca un braccio o ver un piede ║ [29] per dar la vita a tutto lo ’nfermo. Perciò che come per sanar il corpo si contenta di rifiutar una parte di esso e gittarla, così per sanar il legislatore l’uomo, ne tronca una parte che è il corpo; ancora che riguardando il bene universale, se ben quella medicina non fosse in sanità di colui, può dirsi