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il dedalione o ver del poeta 485

condur dell’acqua; onde allo ’ncontro celebriamo quel medico che domandato da un lippo del rimedio, gli disse: «Figliuolo, inacqua il ║ [16] vino e diverrai sano». Veder dunque doviamo se da sè la poetica è buona o ver cattiva e se infino a quest’ora per l’autorità di Platone cattiva non appare.

De. Veramente, Tiresia, io m’acqueto a quel che voi avete detto in favor d’i poeti et in dichiarazione di Platone, se un luoco assai chiaro (il qual fuggir non potete) non mi ritenesse ancor sospeso in credere qual sia stata la vera opinione di Platone intorno ad essi. Perciò che nell’Apologia di Socrate, ove meno che in altra parte si finge, essendo quella una sua difesa ch’egli faceva al popolo ateniese, dice Socrate queste parole, avendo prima parlato dell’oracolo d’Apolline dal quale egli era stato chiamato savio: «Egli è necessario ch’io vi racconti i miei errori e le mie fatiche che ho sostenuto per approvar l’oracolo, acciò che da niuna parte si potesse calunniare. Dopo gli uomini civili io me n’andai a’ poeti autori di tragedie, di ditirambi e d’altra sorte di versi, quasi ch’io avessi a ritrovar cosa ║ [17] ne’ lor libri ond’io fussi men savio giudicato. Presi dunque i loro volumi ne’ quali pareva ch’essi avessin grandemente sudato, andai investigando i lor sentimenti intanto che alcuna cosa io ne apparai. Vergognomi, o cittadini, di dirvi qui il vero (pur si dee dire): quasi tutti coloro che qui sono presenti, per dirla, me’ di quelle cose parlarebbono delle quali eglino i lor poemi composero»1. Vedete come egli ad aperto viso accusa l’ignoranza de’ poeti e fallo, come ho detto, in quel luogo ove meno si finge, di maniera che io non vedo quel che a questo si possa rispondere, massimamente che parlando de’ poeti in genere vien ad intender d’essa poetica.

Ti. Questo luogo a prima vista strigne assai, Dedalione, se noi con sottilissimo occhio penetrando più a dentro, non accettassimo esser vero che i poeti delle cose che scrivono nulla sanno e pur tuttavia esser pieni di dottrina e di sapienza.

De. Questa mi par una gran contradizione.

Ti. Ella non ti parrà punto se udirai quel che ti dirò. Saper una cosa in due modi s’intende: o per artificio o per furore. Per furore intendo qui certi semi in un istante generati con la nostra

  1. Platone, Apologia 22A-B.