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88 ii - angoscia doglia e pena


Nifo e Socrate.

Nifo.Chi la governa?
Socrate.  Non ha legge o freno,
ragion non teme, nè gli è cosa umana.


Avendo udito il savio Nifo che cosa era donna, non resta di volere intendere tutto quello che aspetta alla donna. Sí che, essendo di natura di fumo, vana come qual vòi ombra, non solo furiosa, ma esso furore, anzi un mare tempestuoso, procella piú potente che non è la furia di vento con pioggia, dimanda chi la governa o regge, sí come volesse dire: — La regge forse la legge commune? — Non è. — Li privati statuti forse la governano? — Non è. — Vive forse con timore della legge divina? — Non vive. — L’ammaestra forse la umilitá, qual deve essere nelli religiosi? — Anzi, per contrario. — Forse l’insegna l’antica disciplina, overo la governano li communi errori? — Non so. — La mente pudica e casta forse la guida? — Non si sa. — Adunque chi la governa o regge? — dimandava Nifo. Perciò Socrate, volendo mostrare veramente essere donna quello che ha detto di sopra, risponde e dice: — Non ha legge, perchè il fumo va per ogni parte senza alcun rispetto, come cosa non sottoposta alla legge. Ed ombra non ha freno, come sai, perchè corre via presto: il che ti dispiace. Il furore si move e ferma, sí come a lui piace ed al suo possessore. Superbia, per non avere nè voler temere la legge, tu sai quello che fece, qualmente fu cacciata dal cielo. Il mare, pieno di venti, fa fortuna piú volte, il che non vorrebbe il marinaio. Perciò concludo che la donna, essendo tale, non vive sotto alcuna legge. — Imperò hai a sapere, notando, quale gli è la donna senza legge. Perciochè tutti, dal principio del mondo, parmi che siamo nati sotto la legge di essa natura; nondimeno, eccettuando la donna, convien che