perchè è furiosa. Nè credete al suo Molza nè a l’Equicola, perché,
se tre overo quatro si trovano accarezzati da lei, infiniti
però si vedono da lei oltraggiati. E, se per caso alle mie parole
non date fede, leggete gli angelici canti de l’Ariosto: per certo
udirete molto piú cosa maravigliosa, che io non vi scrivo. Ma,
se per caso dite che il dannar donna è un nuovo favoleggiare, ditemi,
o amanti: perciochè voi difendete la donna? Non trovamo
scritto appresso gli antichi greci e latini, come Omero e Virgilio,
che la bella greca fu cagion di guerra di Asia e di Europa?
Femina pose in arme il populo di Lapite biforme e selvaggio;
femina rifece le guerre troiane in Italia, disiata, senza fine; femina
è stata cagion alla cittá di Roma, appena desegnata, a prendere
le crudele arme contra i Sabini. Se vede ancora oggi
qualmente i doi capri per la capra, i doi montoni per la pecorella,
ed i doi tori per cagion di femina, zuffandosi, concorreno.
Anfiarao descese perfin a l’inferno per sodisfare alla sua donna
d’una colana d’oro. Menelao pose in arme la adultera moglie.
Per frodi di Clitemnestra mòrse il nobil amante. Sí che dico
che ciascuna donna sotto alle amate mascelle nasconde, o furiosi
amanti, i vostri lacci, vostro fuoco col quale vi abbruggia, il
ferro col quale vi occide, e quel dardo mortalissimo col quale
vi passa il cuore. Del veneno altro non vi dico, perchè, vedendo
la donna, voi vedete manifesto veneno. E, se ciò ancora non
vi basta a dare ad intendere che cosa è donna, per sodisfarvi
dico che gli è quella che, per un vile ornamento, dá in man
di nemici la sua patria: gli è la Medea, che con le man proprie
amaza i suoi figliuoli; gli è Scilla, che segue il nemico di sua
patria, avendo svelto il capillo al suo padre; gli è la Bibli, che
ama vilmente il fratello; gli è la Mirra, che si suppose al suo
padre (oh, cosa orrenda!); gli è la vecchia Semirami, che arde de
l’amor dannoso del suo figlio; gli è una de le figlie di Belo, che
la notte occide il suo marito; gli è una di quelle che fanno tagliare
in pezzi Orfeo poeta; gli è la lussuriosa Pasife, la crudel
Fedra, Rebecca ingannatrice; gli è Ippodamia, che inganna il
padre; gli è finalmente donna Marzia meretrice, che fu cagion
di morte d’imperatore Antonio Commodo. Però, se a voi altri