fine: il che gli è di lá da l’ombra vana. Sì che, se non fosse
in me un certo rispetto, vi ricontarebbe donne di nostri tempi,
assai piú vane di quelle antiche, de le quali se favoleggia volgarmente.
Perciò chi non conosce la vanitá di Atalanta, di Argia,
di Cinzia, di Deianira, di Briseida, di Cidippe, di Ariadna, di
Licaste, di Euridice, di Lamia, di lera, di Onfale regina lidia,
e de infinite altre? Son certo che tutto il mondo è pieno de la
vanitá di costoro: perciò vi dico che rare volte trovarete che
una donna vana non accenda un’altra al van disio. Ed io conosco
molte piene di vanitá; nondimeno sempre hanno invidia a cose
vane. Imperò che sarebbe a tale sesso, quando mutasse la vanitá
in vera gloria ed attendesse a far bene, imitando le buone
opere? Per certo serebbe lodato publicamente, sí come è biasemato;
e cosí piacerebbe non solo agli uomini, ma ancora
a Iddio. Nondimeno molte donne oggi trovo che si vanno avantando
di vana gloria, mentre che vanno giorgiulando per le
contrade, balestrando con gli occhi quanto acutamente son
mirate dal volgo. Pertanto quante, credete, sono che fanno professione
di vanagloria? Dico che sono assai piú, che non sono
quelli che dánno opera al veneno in Italia. O quante si trovano
che hanno posto l’ultimo suo fine nella gloria del mondo? Per
certo vi sono piú che non sono uccelli nel monte Peneo. Di
sorte la donna tutte le sue vertú non dispone ad altro fine che in
acquistare la detta vanitá: anzi diria cosa maggiore, se non fosse
inteso; ma so che il savio m’intende. E, se pure disia gloria
divina, non perciò vi spende un sospiro, nè troppo si consuma
con le orazioni, ma nella vanitá umana si strugge senza modo
e senza fine. Quante sono che non credeno a migliore dottrina
di quella che hanno nella sua testa? Piú che serpenti in Egitto.
Quante sono che pria vogliono morire che partirsi da la sua
openione, per non concordarsi con la volontá della vicina? Piú
che canne intorno al Tebro. Quante sono che, rissando, alzano
la voce per insino al cielo, acciò non siano superate con parole
d’un’altra? Piú che balene nel mare d’india. Pertanto giudico
che l’uomo prudente, overo colui che sa vencere se medesimo,
conoscendo vizi per li suoi gradi, conosce la cagione perchè la