Pagina:Trattati del Cinquecento sulla donna, 1913 – BEIC 1949816.djvu/85


angoscia 79

fine: il che gli è di lá da l’ombra vana. Sì che, se non fosse in me un certo rispetto, vi ricontarebbe donne di nostri tempi, assai piú vane di quelle antiche, de le quali se favoleggia volgarmente. Perciò chi non conosce la vanitá di Atalanta, di Argia, di Cinzia, di Deianira, di Briseida, di Cidippe, di Ariadna, di Licaste, di Euridice, di Lamia, di lera, di Onfale regina lidia, e de infinite altre? Son certo che tutto il mondo è pieno de la vanitá di costoro: perciò vi dico che rare volte trovarete che una donna vana non accenda un’altra al van disio. Ed io conosco molte piene di vanitá; nondimeno sempre hanno invidia a cose vane. Imperò che sarebbe a tale sesso, quando mutasse la vanitá in vera gloria ed attendesse a far bene, imitando le buone opere? Per certo serebbe lodato publicamente, sí come è biasemato; e cosí piacerebbe non solo agli uomini, ma ancora a Iddio. Nondimeno molte donne oggi trovo che si vanno avantando di vana gloria, mentre che vanno giorgiulando per le contrade, balestrando con gli occhi quanto acutamente son mirate dal volgo. Pertanto quante, credete, sono che fanno professione di vanagloria? Dico che sono assai piú, che non sono quelli che dánno opera al veneno in Italia. O quante si trovano che hanno posto l’ultimo suo fine nella gloria del mondo? Per certo vi sono piú che non sono uccelli nel monte Peneo. Di sorte la donna tutte le sue vertú non dispone ad altro fine che in acquistare la detta vanitá: anzi diria cosa maggiore, se non fosse inteso; ma so che il savio m’intende. E, se pure disia gloria divina, non perciò vi spende un sospiro, nè troppo si consuma con le orazioni, ma nella vanitá umana si strugge senza modo e senza fine. Quante sono che non credeno a migliore dottrina di quella che hanno nella sua testa? Piú che serpenti in Egitto. Quante sono che pria vogliono morire che partirsi da la sua openione, per non concordarsi con la volontá della vicina? Piú che canne intorno al Tebro. Quante sono che, rissando, alzano la voce per insino al cielo, acciò non siano superate con parole d’un’altra? Piú che balene nel mare d’india. Pertanto giudico che l’uomo prudente, overo colui che sa vencere se medesimo, conoscendo vizi per li suoi gradi, conosce la cagione perchè la