|
de la bella creanza de le donne |
61 |
come cose perdute e vane. Amor infiamma gli uomini a le virtú, rimove dai vizi e dagli atti vili, empie il cuor di magnanimitá, tien l’animo brillante di contentezza, amorza ogni passione, fa passar la vita allegra e contenta, ed insomma è cagion sempre di bene. Dimmi un poco: che consolazione credi che sia di due, che s’amino senza fingere, doppo che gli arán durato fatica alquanti giorni d’aversi a trovar insieme, poich’a la fine vi si ritrovino; e li senza velo alcuno scopre ciascun a l’altro il cuor aperto ed i pensieri puri e veri come sono, si raccontan le passate noie e fastidi, si consolano, si confortano, si bagnan il viso l’uno l’altro di lagrime, venute per troppo contento? Oh, quanto son dolci, Margarita, quei bisbigli che fanno insieme con bassa voce, quei mormorii, quel tenersi fissi gli occhi de l’un in quei de l’altro, quel sospirare ed entrar il vento de’sospiri in bocca l’un de l’altro! Oh divinissima dolcezza! oh piacer unico in questo mondo! oh allegrezza singulare e non conosciuta nè creduta, se non da chi la prova! O Margarita, se tu la provi una volta, quante grazie m’hai da rendere! Quanto ti parrá esser un’altra in questo mondo! Quanto ti riderai de la passata vita! Quanto terrai misere quelle donne che non la provano! Questo è quel che s’ha da cercare, mentre che altri è giovine; e tutte le altre son pazzie. Per questo è stata ordinata la gioventú, la qual chi passa invano, si ravede poi in tempo che sarebbe meglio non ravedersene. E non è vero quel che dicon molti: che, quando il piacer è passato, tanto è quanto non fosse avuto; anzi quasi tutto ’l contrario. Che è quasi piú dolce quella sodisfazione d’aver fatto ’l debito suo, quella dolce ricordanza del tempo buon passato, quel pensar a ogni minimo atto e luogo e tempo, nel qual si sia avuto qualche solazzo, che non è l’averlo istesso. Ed io lo provo; chè, se io non avessi questo contento, che io mi ricordo (e tuttavia ci penso) e come e quando avessi cosa che mi piacesse, viverei come una disperata, ancor che molti piaceri arrei potuto avere che io non ho avuti, per non conoscer allora quel ch’io conosco oggi. Fidati pur di me, Margarita, chè i diletti e contenti son buoni mentre che si hanno, e sempre di poi, per fin