Pagina:Trattati del Cinquecento sulla donna, 1913 – BEIC 1949816.djvu/403


nota 397


«spezie», «avenire», «disaggio», «contracambio», «azzione», «loda» per «lode», «debbe», «auttoritó», «parasito», «sentenzia», «elezzione», «abbi» per «abbia» sempre, «robba», «dipignere» e «depingere», «femina», «leggitima», «publica», «essempio», «frategli», «commodo», «contradire», «envitare», «preggio», «artegiano», «begli», «feminile», «essercitare», «deveno», «imaginare», «moteggiare», «escesso», «approbare», sempre per «approvare». Noto inoltre un grande uso di participi passati per l’aggettivo corrispondente: «vissa» per «vissuta», «racconto» per «raccontato» ecc.

Noto inoltre alcune forme lessicali particolari al Modio: «pensiero poetico» per «pensiero strano», «umore» per «caposcarico», «inglesarsi» per «prendersela fortemente con qualcuno», «cotali brigate» per «cotali compagni», «bisquizare» spagnolismo per «sottilizzare», «barrarie» per «truffe», «nel rancolo del marito» per «fra i malanni del marito», «mattacini» per «maschere», «a miglior otta» per «in miglior occasione».

Del Modio, medico e letterato calabrese, poi entrato nella confraternita di san Filippo Neri, rimangono due sorta di notizie: quelle religiose (offerteci dal Gallonio nella Vita di san Filippo) per noi poco interessanti, e quelle letterarie, che lo Zavaroni1 diligentemente ci porge. Recentemente del Convito fece un buon cenno il Rosi nel suo opuscolo sulla Scienza d’amore2.



  1. Zavaroni, Biblioteca calabrese, 89.
  2. Rosi. Scienza d’amore, 60.